L’allenamento in altura è ad oggi uno dei mezzi più utilizzati dai ciclisti Pro di alto livello da decenni. Essi soggiornano in altura per aumentare il trasporto e l’utilizzo di ossigeno nel sangue (aumento della massa plasmatica e dei dei globuli rossi) senza accusare gli effetti deprimenti che invece comporta una prolungata esposizione all’ipossia. In vista degli appuntamenti cruciali della stagione, squadre e Top Rider hanno concluso stage intermittenti (2-3 settimane) a Sierra Nevada, Livigno, Stelvio, l’Etna e le Canarie nell’inverno europeo. Proprio sul Teide, immersi in un paesaggio lunare, hanno preparato il Giro e le Classiche molti dei campioni ai vertici delle classifiche World Tour, lontano da occhi indiscreti e (..si diceva una volta..) in compagnia di preparatori/medici più o meno affermati. Lo stesso Schwazer, insieme ad altri campioni olimpici, è stato avvistato a più riprese a Tenerife (foto sotto: la tenuta del Parador, alle pendici del Vulcano).
Nella scelta dei materiali per la gara, bicicletta esclusa, dopo il casco riveste una certa importanza l’insieme cerchio+ gomma. Una ruota aerodinamica è molto più importante di una ruota leggera nelle competizioni pianeggianti o ancor più a cronometro; il peso gioca un ruolo più importante nei rilanci e in salita, dove si ha una migliore accelerazione, perché la massa rotante sulle ruote è minore e la ruota risulta più agile. Su percorsi piatti senza scia (dove un kg di peso aggiuntivo genera un gap di circa 1” al km a parità di Cx), dopo la fase di accelerazione da bassa velocità, il peso di una ruota non determina grandi svantaggi rispetto agli effetti benefici di una ruota altamente aerodinamica sopra i 35 km/h. Gli pneumatici larghi hanno un rotolamento migliore solo a parità di pressione, mentre i modelli più stretti possono essere utilizzati con pressioni di gonfiaggio superiori, risultando comunque meno confortevoli.