Tra le questioni che hanno tenuto banco durante la settimana post Nove Colli ci sono stati i crampi. Tanti atleti ne hanno sofferto in quel di Cesenatico, in forme più o meno gravi. Molti non hanno capito cosa possa averli scatenati. Se 8076 corridori hanno tagliato il traguardo in questa edizione di Settembre, sorprendono i 440 squalificati (tra tagli di percorso e inquinamento volontario fuori dalle aree verdi) ma anche i quasi 500 che non hanno portato a termine la prova a causa di malori, problemi fisici e cadute.
La Jumbo-Visma ha pubblicato sul quotidiano olandese AD i dati della Vuelta di Roglic, passato quest’anno dal terzo posto del Giro d’Italia al trionfo nella corsa spagnola.
Da questi dati emerge la grande costanza del corridore sloveno sulle tre settimane della corsa spagnola; se al Giro, dopo una partenza bruciante, era stato abbastanza evidente il calo prestativo nella terza ed ultima settimana, alla Vuelta i valori sono rimasti ottimi nell’arco dell’intera gara a tappe.
Richard Carapaz è entrato nella storia del ciclismo vincendo domenica il Giro d’Italia 2019, ottava edizione più veloce di sempre con 39.291 km/h. Durante le tre settimane di corsa, Carapaz ed i colleghi hanno affrontato pioggia, freddo, cadute e tante salite specie nella seconda parte di corsa. Il Giro è stato caratterizzato anche da molti colpi di scena, dall’abbandono di alcuni favoriti della viglia (Dumoulin, Bernal..) alle crisi e battute a vuoto dei leader di giornata. Primoz Roglic sembrava avere la corsa in mano dopo una partenza di altissimo livello (vittoria iniziale a Bologna e bis a San Marino nell’altra cronometro), poi le gambe hanno patito la terza settimana ed il giovane Carapaz ha tratto giovamento dalle schermaglie dei grandi favoriti. Vediamo più nel dettaglio la performance dei big durante la corsa rosa.
Come preannunciato alla fine dello scorso articolo di analisi (lo trovate qui), Tom Dumoulin ha fatto valere le proprie doti di cronoman conquistando la maglia rosa nella prova contro il tempo di Montefalco: oltre 39 km percorsi a 47.180 km/h di media, infliggendo distacchi pesanti agli scalatori in corsa per la vittoria finale (Nibali a 2’07, Quintana a 2’53, Pinot a 2’42).