Matteo Trentin ha conquistato domenica la sua quarta tappa della Vuelta 2017, corsa a tappe che ha visto Chris Froome vincitore della generale. Per il capitano del Team Sky, la maglia rossa chiude un inseguimento di 6 anni, dopo il secondo posto per soli 13 secondi nel 2011. Il “kenyano bianco” ha trionfato in Spagna a poche settimane di distanza dalla sua quarta affermazione al Tour, in luglio; è quindi il primo ciclista a fare il l Double Tour-Vuelta dopo la ricollocazione della corsa spagnola ad agosto-settembre. La corsa a tappe ci ha offerto spettacolo e anche qualche spunto per analizzare le prestazioni dei molti campioni presenti alla partenza.
Froome è stato perfetto nella gestione della corsa spagnola: così come in Francia, ha saputo controllare abilmente in montagna (affiancato da una squadra eccellente) ed ha aumentato il divario dai rivali grazie anche alla cronometro, aggiudicandosi la vittoria nella prova contro il tempo di Logroño. Chris ha vinto sia in salita che a crono, ha lottato su tutti i terreni dimostrandosi meno calcolatore rispetto al Tour di quest’anno.
Le tappe chiave
Livello molto alto sin dalle prime tappe; nella nona frazione, vincendo a Cumbre del Sol, Froome ha infatti battuto il record della salita che appartenva a Tom Dumoulin (11’21 nel 2015). Il successo in quota gli ha permesso di stabilire un nuovo primato di 11min14sec con circa 6,7 w/kg per 455w medi, che gli sono valsi la vittoria di tappa (sotto: arrivo vincente di Froome a Cumbre del Sol, per lui tappa e record di scalata)
Nelle tappe successive ci sono stati numerosi tentativi di Contador, desideroso di lasciare un segno alla sua ultima apparizione in carriera; per lui, già dopo 10 tappe, il ritardo di oltre 3 minuti e mezzo da Froome pareva incolmabile. Va dato ad Alberto il merito di aver ravvivato e reso spettacolare questa Vuelta, attaccando costantemente quando il terreno glielo consentiva.
Il “pistolero” di Madrid ci ha provato, insieme allo scalatore dell’Astana Miguel Lopez, anche nella tappa 15 con la scalata a Sierra Nevada; il 22enne colombiano ha dimostrato però di essere uno dei più forti scalatori della corsa, attaccando insieme a Contador a 27 km dall’arrivo ed andando a riprendere uno a uno i corridori che lo precedevano, prima di tagliare il traguardo in solitaria.
Lopez è giunto al traguardo di Sierra Nevada con 36 secondi di vantaggio sul russo Ilnur Zakarin. Il suo tempo finale risulta però ben lontano dal record del 2002 di Roberto Heras, che impiegò allora 23 minuti scarsi per scalare gli ultimi 8200m di salita a 1700 m/h di Vam per 6,5 w/kg. Per i big dell’edizione 2017 tempi assoluti di scalata sotto i 6 w/kg e fuori della top25 delle prestazioni su questa salita mitica, che vede tra le edizioni più veloci la Vuelta 2002 (Heras), la 2006 (Kashechkin – Vinokourov 17” più lenti) e poi la 2003 (Valverde a distanza di 33” del record).
Il duello sull’Angliru
Quando ormai la vittoria appariva stregata, ecco la giornata dell’Angliru e delle sue pendenze a doppia cifra; anche qui Contador ha attaccato senza attendere i rivali, andando a conquistare (nonostante il forcing finale del duo Poels e Froome) uno dei successi più belli della sua carriera.
La prestazione offerta su questa mitica salita spagnola è stata più lenta quest’anno, rispetto ai passaggi delle precedenti edizioni (qui l’articolo relativo ad Horner e al 2013); per il vincitore di tappa Contador si stima un tempo più lento di oltre 1′ rispetto alla sua stessa prestazione dell’edizione 2008 (36min23sec contro 37min36sec negli ultimi 10 km di scalata). Il recordo assoluto sulla salita dell’Angliru appartiene ancora (come sopra!) ad Heras, capace di scalare le durissime rampe in 35min05sec a oltre 1750 m/h di Vam, una prestazione mostruosa targata anno 2000. Sotto, il riepilogo dei tempi integrali di scalata (con Contador 2017 in 24esima posizione):
Heras, secondo le mie stime, è l’unico atleta ad aver superato il limite dei 6 w/kg nella scalata completa, per 1786 m/h di Vam; seguono Horner e Contador (2008) intorno ai 5,9 w/kg per Vam intorno ai 1730 m/h (cos’è la Vam? Qui una spiegazione). Ottimo il tempo dell’edizione 2013 anche per Nibali, quest’anno più lento di oltre 2′, complice forse anche la scivolata.
Buona comunque la prestazione di Vincenzo, sempre agguerrito e fresco recordman di podi nei grandi giri, e per il giovane russo Zakarin, in costante crescita dopo il quinto posto del Giro 2017. Benino anche Aru, affondato nella settimana finale dopo aver centrato la top10 nelle prime tappe.
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