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  • Immagine del redattoreSimone Casonato

L'impatto del Coronavirus sulla stagione 2020

La pianificazione della stagione Di norma, le prime gare della stagione servono come antipasto per gli eventi clou che caratterizzano il periodo di maggio, giugno e luglio. Le prime competizioni servono infatti per prendere confidenza con l'ambiente agonistico, cercando di affinare alcuni aspetti della preparazione e valutando quindi a che punto ci si trovi, rispetto al percorso stabilito ed al lavoro di costruzione precedente. L'atleta si trova infatti ad uscire da un periodo invernale in cui spesso deve fare i conti con freddo, maltempo e scarsità di ore di luce: in questo senso, a molti non darà particolare fastidio il rinvio delle prime gare, consci di avere ancora passi da fare per poter trovare la condizione migliore. Anzi, in alcuni casi il rinvio può essere utile per rimediare ad eventuali ritardi nella condizione, dovuti magari ad infortuni o scarsità di tempo  (lavoro, famiglia e sport sono a volte difficilmente conciliabili). A volte iniziare le gare in una condizione mediocre, dovuta a vari problemi nel periodo precedente, risulta controproducente, in quanto costringe ad accelerare il raggiungimento di una forma che tarda a venire senza però le giuste basi per poter rimanere a buoni livelli per i mesi successivi.

Il caso dei triathleti Nel caso degli atleti di triathlon c'è un ulteriore variabile da considerare: ormai da qualche settimana, in alcune zone dell'Italia (qui in Lombardia per esempio), le piscine e le palestre sono chiuse. Pertanto, nella frazione di nuoto molti atleti si troveranno a dover ritardare il raggiungimento di una buona condizione in vasca, o il mantenimento dei progressi effettuati nel periodo invernale. In questo caso occorre concentrarsi a fondo sulle altre due discipline, che non hanno subito il blocco  dell'attività proprio degli sport indoor. È utile quindi lavorare sodo su corsa e pedalata per poi ripartire sul nuoto, sperando che la situazione migliori anche in questo senso nelle prossime settimane.

Ripensare la stagione Alla luce del rinvio delle manifestazioni, bisognerà valutare caso per caso la situazione dell'atleta, sulla base degli impegni agonistici previsti e anche della sua attitudine mentale a svolgere gli allenamenti. Per alcuni atleti - molti di quelli con cui lavoro, in verità - il rinvio delle gare di marzo non prevede grossi sconvolgimenti, in quanto si trattava di gare secondarie per prendere il ritmo e potersi confrontare con un ambiente diverso. Inoltre, molte persone hanno un'ottima attitudine mentale all'allenamento, sono motivate e pronte a seguire i carichi imposti anche senza il puntello delle gare nelle immediate vicinanze. Ormai lo sport, anche a livello professionistico, va su questi binari, e gli atleti trascorrono sempre più tempo ad allenarsi in modo ottimale (vedasi i lunghi ritiri) che a gareggiare in modo disordinato. I riscontri degli atleti negli ultimi anni confermano che, pur con "soli" 50-60 giorni di gara, e 3-4 ritiri importanti, ci si possa presentare con una forma perfetta sia alle Classiche che ai grandi giri. E negli amatori si sceglie sempre più la "qualità" delle gare a scapito della quantità. Va detto però che per altre persone le necessità saranno differenti. Se vi sono in Aprile gare piuttosto importanti, si dovrà cambiare la routine di allenamento, inserendo una serie di lavori atti a mantenere costante la richiesta fisiologica simil-agonistica della propria disciplina, intensificando gli stimoli ad alta intensità o i volumi di lavoro. Dipende sia dalla predisposizione dell'atleta che dalla natura delle gare cui si vorrà partecipare in seguito. La presenza di test e prove specifiche non va intesa solo come il classico cp20 in salita o 10km di running; ci sono tanti validi test, meno protocollati, che possono stimolare ed intrigare gli atleti rispetto alla richiesta di gara.

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