Studiare i files delle uscite settimanali, come previsto nella fase di reportistica coi nostri pacchetti di allenamento più professionali, risulta davvero interessante sia per l'atleta che per il coach, data la mole di dati visibili attraverso il proprio ciclocomputer e le informazioni desumibili dagli allenamenti con la potenza. Molto spesso si modificano, confermano o smentiscono le sensazioni riportate col training, altre volte si cambia la programmazione, più raramente si hanno delle sorprese e dei dati inattesi.
In questo caso, un unicum in questi anni di analisi dati, avevo notato un'anomalia cardiaca durante un test cp20', come si può vedere nella parte zoomata dell'immagine sottostante.
Dalle curve si può notare una piccola deriva cardiaca dopo l'inizio del test in salita, con una serie di irregolarità sinusoidali del battito a partire dai 190 bpm (linea rossa); senza che atleta se ne accorga, questo improvviso incremento vede la Frequenza Cardiaca arrivare celermente sino a 210 bpm, il soggetto (di età compresa tra 35 e 45 anni) in quel momento non avverte differenze sensibili, impegnato al massimo nell'esecuzione della prova. L'incremento dei battiti si risolve in modo spontaneo dopo l'impennata centrale: anche se l'atleta era di parere diverso, e la considerava una cosa normale per le sue caratteristiche, ho segnalato l'anomalia ed insistito a lungo per un approfondimento, e si è quindi deciso di fare una verifica con il nostro medico sportivo, mediante test incrementale indoor di tipo cardiologico.
Si è confermato da una prima diagnosi come l'anomalia del file di allenamento fosse presente: si tratta di una Tachicardia parossistica sopraventricolare, situazione che si verifica in presenza di atrio dilatato (tachicardia da rientro nodale). I sintomi possono insorgere in modo improvviso e regredire senza alcun intervento esterno, anche se attività fisica o periodi di stress psichico possono innescare una tachicardia sopraventricolare. Non è comunque un tipo di aritmia pericoloso per l'individuo (a differenza delle tachicardie ventricolari) , questa è la cosa più importante da sapere.
E' stata programmata tempestivamente la visita con aritmologo ed elettrofisiologo per studi approfonditi: al momento è consigliabile non tanto evitare di uscire in bici, in quanto questo tipo di aritmia non è minacciosa, ma evitare di fare sforzi importanti nel periodo in cui si va ad approfondire la situazione con gli specialisti.
Va ricordato che, senza l'analisi fatta insieme sui files di allenamento, questo problema non sarebbe con tutta probabilità mai emerso; la visita di idoneità e la prova sotto sforzo connessa, svolta di solito su una cyclette o salendo e scendendo dal cubo, ad un ciclista di questo livello non avrebbe mai creato il problema evidenziato durante il test in salita che avevo prescritto. Ed infatti l'atleta non aveva mai ricevuto particolari indicazioni nelle idoneità svolte precedentemente.
L'epilogo della vicenda? In circa tre mesi, col mantenimento delle attività aerobiche ma senza strafare (tassativo non superare i 180 Bpm..) e gli accertamenti del caso con gli specialisti,si potranno anche riprendere con successo gli allenamenti ad alta intensità, se tutto va bene il rientro alle gare potrà esser programmato per l'estate.
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